
La riforma fiscale, che attualmente è in discussione in Parlamento, annovera nella sua bozza di legge il cosidetto “cashback fiscale”. Sebbene sia ancora in fase di approvazione, potrebbero cambiare alcuni dettagli della misura, che comunque resta confermata in linea generale.
Il cashback fiscale dovrebbe, pertanto, funzionare sulle spese sanitarie sostenute che, di norma, danno diritto alla detrazione Irpef del 19% nella denuncia dei redditi dell’anno successivo. Ogni trimestre arriverà, invece, direttamente sul conto corrente un rimborso in denaro di pari importo alla detrazione teoricamente spettante.
LA MISURA. Il cashback fiscale è a costo zero per lo Stato poiché le detrazioni sanitarie sono già previste. Il vantaggio per il contribuente è invece evidente: si anticipa nel tempo il rimborso da 730 e si risolve il problema degli incapienti che non possono sfruttare le agevolazioni d’imposta in dichiarazione dei redditi, perchè la detrazione si trasforma in rimborso diretto e immediato.
Non dovrebbero cambiare le regole relative ad importi e franchigia: alle spese sanitarie si applica una detrazione con aliquota Irpef del 19% sull’importo che supera la franchigia di circa 129 euro (totale spese sanitarie di un anno solare).In pratica, per quantificare con precisione la detrazione o il cashback a cui si ha diritto, bisogna sommare tutte le spese e sottrarre 129 euro, per poi calcolare il corrispondente 19%.
Il nuovo meccanismo si applicherà su base volontaria, anche perchè non tutti preferiscono anticipare il rimborso, optando per rimandarlo al 730, così da avere una voce di spesa in più da “scontare” ed abbattere le eventuali imposte dovute.