Lampedusa è, ormai, da anni il “porto” per eccellenza dei migranti africani, in fuga verso l’Europa. Una prassi che diventa – oggi più di ieri – una vera e propria emergenza a due flussi: quello di chi scappa e cerca una nuova vita e quello di chi accoglie tra mille difficoltà.
Anche la sensibilità del Governo italiano si fa più predominante, a tal punto da finanziare con 45 milioni di euro un piano di opere che vengono dichiarate di interesse strategico, così come già avvenuto nel caso dell’ex Ilva, dell’Isab di Priolo e dell’osservatorio astronomico ESA sito nel comune di Isnello (Madonie). Tra le misure che potranno essere realizzate si segnalano in particolare la realizzazione di un deposito di stoccaggio carburante ad usi civili e per le forze di polizia, oltre alla realizzazione strade di collegamento tra le banchine e, da ultimo, tra gli hotspot.
Il Consiglio dei ministri ha, infatti, approvato di recente una disposizione legislativa per far fronte all’emergenza connessa all’incremento dei flussi migratori clandestini verso le Pelagie e l’isola di Lampedusa, prevedendo tutta una serie di piano di opere che va dalla realizzazione manutenzione straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria alla realizzazione di impianti di depurazione e gestione delle acque reflue fino alla realizzazione di nuovi edifici pubblici nonché di interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico di quelli esistenti.
Come si evince nel sito del Ministero delle imprese e del Made in Italy, si dettano inoltre disposizioni per il rapido smaltimento dei barchini utilizzati dai migranti, che si sono accumulati sul molo nel corso del tempo attraverso due misure: vengono autorizzate deroghe al codice degli appalti per il trasporto mezzo cargo dei barchini a Porto Empedocle; si agevolano e accelerano le procedure per la predisposizione sull’isola di un’area definitiva di stoccaggio e riduzione volumetrica dei barchini. Vengono, altresì, disposte deroghe ai vincoli paesaggistici e ambientali, comunque nel rispetto della normativa UE.
