Boom di richieste e sistemi informatici in tilt: è l’effetto del bonus di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia per il mese di marzo e richiedibile dalla mezzanotte di oggi. La cassa presa d’assalto è quella dell’Inps, che va in sostegno di lavoratori autonomi, che al pari di tantissime altre categorie di lavoratori hanno subito gli effetti economicamente deleteri dell’emergenza Covid-19.
E arriva, quindi, il bonus “una tantum” – che di certo una tantum non sarà – a mettere la pezza al buco. Ma pare che occorra essere baciati dalla dea Fortuna, per far andare a buon fine il click che veicola la propria domandina: l’Inps dovrà monitorare il rispetto dei fondi stanziati per ogni categoria di lavoratori destinatari dell’indennità, salvo la possibilità di bloccare la concessione delle richieste nel caso in cui si verificassero scostamenti, anche via prospettica, rispetto al limite di spesa. In parole povere: celerità e un pizzico di fortuna saranno i due mentori a cui raccomandarsi. E qualora gli scongiuri dovuti portassero l’effetto desiderato, l’indennità non concorrerà alla formazione del reddito e quindi sarà, a tutti gli effetti, un importo netto, non assoggettato ad imposizione fiscale. Ma quali sono, a questo punto, le categorie dei lavoratori che possono fare domanda all’Inps, premessa la sussistenza di alcune caratteristiche specifiche relative alla propria posizione lavorativa? Partite Iva, collaboratori coordinati e continuativi, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, lavoratori stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali, Otd agricoli, lavoratori dello spettacolo, iscritti al relativo Fondo pensioni.
Peccato, però, che alle 13:30 di oggi così è scritto nella pagina dell’Inps: «Al fine di consentire una migliore e più efficace canalizzazione delle richieste di servizio, il sito è temporaneamente non disponibile. Si assicura che tutti gli aventi diritto potranno utilmente presentare la domanda per l’ottenimento delle prestazioni». La solita “salsa” all’italiana? Speriamo di no.
Diverso è lo scenario – perché diversi sono i tempi – delle casse aderenti all’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati). Dalle 12 di oggi (e quindi non più dalla mezzanotte di ieri) e fino al 30 aprile è possibile fare domanda di bonus relativo all’indennità di 600 euro anche per i liberi professionisti senza vincoli di subordinazione (il cui esercizio è condizionato all’iscrizione in appositi albi o elenchi quali architetti, ingegneri, commercialisti, consulenti del lavoro, geometri etc di una qualsiasi regione) e per i lavoratori autonomi iscritti a casse di previdenza private, per i quali le risorse saranno attinte dal Fondo per il reddito di ultima istanza. Anche in questo caso, l’indennità è riconosciuta a soggetti che presentano specifici requisiti di cassa.
Da poco è scattata l’ora “X” e le piattaforme non sono ancora andate in crack. Ma la “salsa” è sempre quella… e, quindi, la guardia resta alta.