29.04.21

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Turismo: contratti di sviluppo 2021 potenziati per un settore che necessita di ripartire

Che forse il turismo salverà milioni di imprese dal collasso, nell’epoca del post Covid? Di certo, il suo sviluppo potrebbe portare solo benefici all’economia del Paese, pertanto il Governo ha già stilato due programmi di investimento nel settore, rendendo operative due nuove tipologie di contratti di sviluppo del valore complessivo di 130 milioni di euro.

La prima sostiene progetti di sviluppo di attività turistiche da realizzare nelle aree interne o per il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse. Per tali progetti è previsto un limite ridotto di spesa per accedere alle agevolazioni: 7,5 milioni anziché i 20 ordinariamente richiesti.

L’altra misura, invece, finanzia programmi di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli che prevedono anche la creazione, la ristrutturazione e l’ampliamento di servizi di ospitalità.

Istituite della legge di Bilancio 2021, l’attuazione delle due misure è arrivata con una direttiva del Ministro dello Sviluppo Economico, a cui ha fatto seguito l’apertura da parte di Invitalia dello sportello per l’invio delle domande. Le istanze saranno esaminate ed accolte nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione, entro i limiti della dotazione generale dei contratti di sviluppo.

 

CHI PUO’ REALIZZARE I PROGRAMMI DI SVILUPPO? Una o più imprese italiane o estere e di qualsiasi dimensione, anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete.

 

I soggetti beneficiari delle agevolazioni si distinguono in impresa proponente, che promuove l’iniziativa imprenditoriale ed è responsabile della coerenza tecnica ed economica del contratto di sviluppo; eventuali imprese aderenti, ovvero le eventuali altre imprese che realizzano progetti di investimento nell’ambito del programma di sviluppo.

 

Le agevolazioni sono concesse tramite finanziamento agevolato (nei limiti del 75% delle spese ammissibili), oppure come contributo in conto interessi; contributo in conto impianti; contributo diretto alla spesa. Resta valida l’ipotesi di una combinazione tra più di una forma di concessione.

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