Semplificare e ridurre gli oneri amministrativi a carico delle piccole imprese e dei forfettari: sono questi gli obiettivi perseguiti con l’ok del Governo all’emissione, dal primo gennaio 2025, della fattura semplificata, al fine di favorirne la crescita.

Anche se, all’oggi, si attende ancora la conferma delle Commissioni di Camera e Senato, il Governo italiano l’ha inserita nello scherma di decreto legislativo approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 7 agosto, recependo così la nuova direttiva comunitaria, la 285 del 2020, che estende, appunto, ai forfettari la facoltà di emetterla anche per importi al di sopra dei 400 euro.

Le caratteristiche della fattura semplificata sono peculiari. Innanzitutto, non richiede che vengano inseriti tutti gli elementi obbligatori in fattura. Del cliente, ad esempio, è sufficiente inserire o la partita Iva o il codice fiscale anziché tutti i dati completi. Relativamente alla descrizione dei motivi dell’emissione della fattura, è sufficiente una descrizione sommaria e non tutti i dettagli dei beni e servizi.

COSA CAMBIA DAL 2025. I contribuenti in regime forfettario potranno emettere fatture contenenti, come previsto all’articolo 21 bis del Decreto Iva, solo il numero progressivo e la data di emissione; la denominazione o ragione sociale oppure nome e cognome e residenza fiscale di chi presta il servizio; il numero della partita Iva del prestatore; la ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio del committente; le informazioni sui servizi o sui beni ceduti; l’ ammontare complessivo del documento e della relativa imposta.

 

 

Foto: Towfiqu Barbhuiya su Unsplash
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