Il primo lunedì di settembre è, per molte imprese e professionisti, il giorno del “rientro” dalle sudate e meritate ferie estive, nonché giorno di ripartenza di svariate attività.
Ed è proprio nel giorno dedicato, per la maggiore, ai “restart” della “macchina” economia italiana che il Fisco riprende l’invio di avvisi bonari ai contribuenti, sospesi dallo scorso primo di agosto.
Da oggi 4 settembre 2023, infatti, attenzione alla posta: è possibile ricevere avvisi bonari con relative comunicazioni di irregolarità e versamenti con sanzione ridotta. Se pagati entro 30 giorni dalla ricezione dell’avviso, infatti, si evita l’iscrizione a ruolo, mantenendo il diritto della riduzione a 1/3 della sanzione.
Ma di che si tratta? Quelle relative agli avvisi bonari sono, per lo più, anomalie emerse in seguito a controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni reddituali, compresi eventuali avvisi sulla liquidazione delle imposte per i redditi assoggettati a tassazione separata.
Cosa prevede la Legge di Bilancio 2023? Relativamente alla definizione agevolata sulle rateazioni in corso, la Manovra 2023, all’art.1 – commi 155 e 156, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 – prevede la possibilità di definire in via agevolata le comunicazioni degli esiti del controllo automatizzato delle dichiarazioni per le quali, alla data del 1° gennaio 2023, sia regolarmente in corso il pagamento rateale, ai sensi dell’articolo 3-bis del decreto legislativo n. 462 del 1997.
Rateazioni in corso, cosa sono? Per rateazioni in corso al 1° gennaio 2023 si intendono le rateazioni regolarmente intraprese in anni precedenti (a prescindere dal periodo d’imposta), per le quali, alla medesima data, non si è verificata alcuna causa di decadenza ai sensi dell’articolo 15-ter del DPR n. 602 del 1973. L’agevolazione consiste nella riduzione delle sanzioni dovute, che sono ricalcolate in misura pari al 3% dell’imposta (non versata o versata in ritardo) che residua dopo aver considerato i versamenti rateali (codice tributo 9001) eseguiti fino al 31 dicembre 2022 (fonte entrate.gov.it).