L’aumento del costo dei materiali di lavorazione è, indubbiamente, un fattore che, a lungo andare, potrebbe rendere vulnerabile il mercato delle infrastrutture come conseguenza diretta dell’innalzamento del prezzo dei servizi forniti da tutti i comparti che vi ruotano intorno, a discapito dell’economia sociale. A maggior ragione, nel cado di opere indifferibili.
Per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi negli appalti pubblici, infatti, il Governo ha firmato nei giorni scorsi il decreto per l’accesso alle risorse già in bilancio nella Manovra 2023. Si sente, pertanto, l’urgenza di un intervento per collaborare alla permanenza del buon andamento del mercato.
Il decreto, quindi, consentirà di ripartire le risorse assegnate per il 2023 al “Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche”, al fine di «garantire misure compensative per i maggiori oneri sostenuti per le lavorazioni eseguite o contabilizzate ovvero annotate nel libretto delle misure dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023», come si legge in apposito comunicato stampa.
Per presentare le istanze di accesso al Fondo ci saranno quattro finestre temporali, da “spalmare” tra aprile 2023 e gennaio 2024.
IL FONDO. Il Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche nasce a seguito della guerra Russia-Ucraina per fronteggiare le sue ripercussioni sull’economia dei Paesi. L’obiettivo è, infatti, evitare la mancanza, anche temporanea, di risorse pubbliche (come si legge dal dossier della Camera dei Deputati sul cosiddetto decreto Semplificazioni) ed anche evitare che questa assenza possa ostacolare la realizzazione delle opere pubbliche di “importo pari o superiore alle soglie comunitarie previste dal Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50)”, stabilendo altresì che tale Fondo non possa “essere utilizzato per la realizzazione di nuove opere da parte delle stazioni appaltanti”.
L’articolo 1 comma 458 della Legge di bilancio 2023 prevede, tra le altre cose, anche un aumento del budget del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche lanciato nel 2020, stabilendo un incremento della sua dotazione di 1,1 miliardi di euro per l’anno 2023 e di 500 milioni per il 2024.
