Riflettori puntati su intelligenza artificiale, banda ultralarga e dati aperti nel Dl Pnrr 2, per ampliare il raggio di azione del Fondo innovazione tecnologica e digitalizzazione, creato dal decreto Rilancio e finanziato con la legge di Bilancio 2022.
Prendendo a monito il testo normativo, il Fondo in questione finora ha coperto «le spese per interventi, acquisti e misure di sostegno a favore di una strategia di condivisione e utilizzo del patrimonio informativo pubblico a fini istituzionali, della diffusione dell’identità digitale, del domicilio digitale e delle firme elettroniche, della realizzazione e dell’erogazione di servizi in rete, dell’accesso ai servizi in rete (…) nonché per i servizi e le attività di assistenza tecnico-amministrativa necessarie».
Adesso, si vuole includere tra gli interventi ammissibili anche le misure per la transizione digitale del Paese previste dalle rispettive strategie nazionali per l’intelligenza artificiale, la banda ultralarga e i dati aperti.
Con la riformulazione del Dl Pnrr 2, infatti, il Fondo andrà a coprire le spese per «interventi, acquisti di beni e servizi, misure di sostegno, attività di assistenza tecnica e progetti nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, del programma strategico sull’intelligenza artificiale, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, della strategia nazionale dei dati pubblici, anche con riferimento al riuso dei dati aperti, dello sviluppo e della diffusione delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e delle tecnologie tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, nonché della diffusione delle competenze, dell’educazione e della cultura digitale».
Il Fondo si allinea così alle strategie già pianificate dal Governo italiano, a beneficio della digitalizzazione di tutto il Belpaese.