Il 25 giugno entrerà in vigore la legge “Salva Mare”, che offre l’onere e l’onore ai pescatori di separare i rifiuti raccolti accidentalmente assieme al pescato, anziché rigettarli in mare, come finora è stato.
La legge 60-2022 (cosiddetta, appunto, “Salva Mare”) promuove, infatti, il risanamento dell’ecosistema marino, l’economia circolare e la corretta gestione dei rifiuti, prevenendone l’abbondono in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e premiando i pescatori che conferiscono quelli raccolti accidentalmente.
Si vuole così disciplinare, anzitutto, la gestione dei rifiuti pescati accidentalmente, autorizzandone il conferimento, a titolo gratuito, all’impianto portuale di raccolta o, dove non presente, in apposite strutture di raccolta, anche temporanee, allestite dai Comuni in prossimità degli ormeggi.
Le misure premiali saranno rivolte ai comandanti dei pescherecci che conferiranno i rifiuti. Non si tratta di incentivi di natura economica, così come vuole il provvedimento, ma saranno pur sempre azioni volte ad evidenziare l’impresa nell’attività di smaltimento dei rifiuti prestata per la collettività.
COME AVVIARE LA RACCOLTA RIFIUTI. La raccolta è ammessa anche tramite sistemi di cattura dei rifiuti, purché non interferiscano con le funzioni eco-sistemiche dei corpi idrici, e nell’ambito di specifiche campagne di pulizia organizzate su iniziativa diretta dell’autorità competente o, previa istanza presentata all’autorità competente, da parte dei soggetti terzi promotori delle campagne. Le modalità saranno individuate con decreto del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Mipaaf e acquisito il parere della Conferenza Stato-Regioni.
Nel provvedimento rientra anche la gestione delle biomasse vegetali, derivanti da piante marine o alghe, che si depositano naturalmente sul lido del mare e sull’arenile. Oltre al mantenimento in loco e al trasporto a impianti di gestione dei rifiuti, la legge Salva Mare autorizza la reimmissione nell’ambiente naturale, anche mediante il riaffondamento in mare o il trasferimento nell’area retrodunale o in altre zone comunque appartenenti alla stessa unità fisiografica, a condizione che prima vengono separati dal materiale organico la sabbia ed eventuali rifiuti di origine antropica.
La legge stanzia inoltre 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 per finanziare l’introduzione di soluzioni volte a ridurre l’impatto dell’inquinamento marino derivante dai fiumi. In particolare, le Autorità di bacino distrettuali potranno prevedere misure sperimentali nei corsi d’acqua dirette alla cattura dei rifiuti galleggianti, compatibili con le esigenze idrauliche e di tutela degli ecosistemi.