È legge il nuovo decreto bollette, che allunga la vita ai crediti d’imposta energia per imprese e famiglie. Scopriamo di che si tratta.
LE AGEVOLAZIONI CONTRO IL CARO ENERGIA. Come riportato da Fazi.it, esistono una sfilza di aiuti per fronteggiare il caro energia, dal decreto Bollette (n. 17/2022), al decreto Energia (n. 21/2022) al decreto Aiuti (50/2022), seguito dal decreto Aiuti bis (n. 115/2022) e dal decreto Aiuti ter (n. 144/2022).
Ulteriori misure per far fronte alla crisi energetica sono contenute nel decreto Aiuti quater (DL 176/2022) e trovano posto anche nella Legge di Bilancio 2023, la legge n. 197 del 29 dicembre 2022, entrata in vigore il 1° gennaio 2023. Il focus di entrambi i provvedimenti è sui crediti d’imposta energia: la legge di bilancio, in particolare, innalza il tax credit per bar, ristoranti e piccole attività economiche, aumenta i crediti d’imposta per energivori e gasivori, prolunga l’azzeramento degli oneri generali di sistema nel settore elettrico e introduce un incentivo, gestito da Terna, per la riduzione dei consumi di energia elettrica.
Con il nuovo decreto bollette, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 30 marzo ed entrato in vigore il giorno successivo, si allunga la vita al 30 giugno 2023 dei crediti d’imposta energia per imprese e famiglie.
Focalizzandoci sulle imprese energivore e gasivore, il decreto Aiuti prevedeva un credito d’imposta relativo al consumo di energia elettrica e gas del I e II trimestre 2022. Successivamente, il decreto Aiuti-bis ha esteso il credito al III trimestre 2022. Con il decreto Aiuti-ter il Legislatore ha esteso a ottobre e novembre 2022 l’agevolazione, aumentando le percentuali di credito previste e la platea dei beneficiari.
Adesso, alle imprese energivore è riconosciuto un credito di imposta del 45% per il primo trimestre 2023; del 20% per il secondo trimestre 2023, nel caso in cui nei primi tre mesi dell’anno le imprese hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019.
Per le imprese gasivore, spetta una percentuale dei crediti d’imposta del 45% per il primo trimestre 2023 per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, come previsto dalla Manovra; del 20% per il secondo trimestre 2023 se nei primi tre mesi dell’anno le imprese hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019.
I BENEFICIARI. I beneficiari di tale credito d’imposta sono sia le imprese cosiddette “energivore” e “gasivore”, ossia le aziende che per svolgere le proprie attività necessitano di grandi quantità di energia elettrica (acquistata o prodotta autonomamente ed utilizzata) e gas naturale sia quelle che non rientrano nelle suddette categorie.
In particolare, per quanto riguarda le prime, si definiscono “energivore” «quelle imprese che hanno un consumo medio di energia elettrica pari ad almeno 1 GWh/anno e che appartengono ad uno dei settori indicati nell’allegato 3 delle Linee guida della CE o nell’allegato 5 delle stesse Linee guida e possiedono un iVAL non inferiore al 20%». Tra queste è possibile ritrovare le imprese estrattive, manufatturiere, operanti nel settore dell’industria alimentare o farmaceutica, ecc.
Anche le imprese “gasivore”, per essere definite tali, devono rispettare determinati requisiti. Tra questi, «il consumo medio di gas pari ad almeno 1 GWh/anno ovvero a 94.582 Sm3/anno e l’appartenenza ai settori indicati nell’allegato 1 del D.M. n. 541 del 21 dicembre 2021». Possiamo, dunque, annoverare le imprese operanti nel settore dell’estrazione di gas e minerali, della produzione, lavorazione e conservazione di alimenti, della produzione e del confezionamento dei tessuti, altre attività manifatturiere, ecc.
L’agevolazione è destinata anche alle imprese non energivore, ma dotate di contatore di potenza pari o superiore a 16,5 kWh, ridotti a 4,5 kWh con il decreto Aiuti-ter, per i mesi di ottobre e novembre, e a tutte le imprese non gasivore, seppur in misura diversa.