
E se la ripresa economica delle imprese passasse anche dall’internazionalizzazione del brand Italia? Ecco che nasce il Patto per l’Export, che prevede alcune linee strategiche a sostegno dell’internazionalizzazione del sistema produttivo, visti i tempi di magra del tricolore. L’obiettivo è, quindi, il rilancio dell’export del made in Italy, tramite il rafforzamento degli strumenti di promozione. Tra questi, la finanza agevolata offre un valido supporto per l’applicabilità delle strategie di crescita in export delle Pmi e delle imprese start-up, così che si possa beneficiare degli interventi agevolativi finanziati a valere su appositi fondi, con misure delineate per l’ e-commerce, in particolare, e per l’attività di Tem (temporary export management).
Il Patto è un vero e proprio accordo che recepisce sinteticamente le istanze delle associazioni di categoria rappresentative di tutti i settori produttivi: dal settore agroalimentare alla meccanica, dal sistema fieristico a quello infrastrutturale, passando per il comparto dell’innovazione, della salute e dei servizi all’export. Verrà realizzato dalla Farnesina – grazie anche alla rete diplomatico-consolare tra ambasciate, rappresentanze permanenti, uffici consolari e istituti italiani di cultura -, da Ice Agenzia e dal Gruppo Cdp-Sace-Simest.
Le linee d’intervento prioritarie, emerse dai tavoli settoriali di ascolto, sono confluite negli assi strategici del Patto che, oltre alla finanza agevolata, si diramano in comunicazione tramite una campagna di “nation branding” con l’obiettivo di rilanciare l’immagine dell’Italia e sostenere i settori economici più penalizzati dalla crisi Covid-19, con particolare attenzione al turismo; in promozione integrata, rivolti in particolare su arte contemporanea, cinema, spettacoli dal vivo, editoria, cucina, design, scienza ed innovazione, che possano essere un’occasione di visibilità per imprenditori, professionisti e creativi italiani; in formazione e informazione sull’export; nell’ammodernamento di un sistema fieristico. Si punterà, infine, sull’ampliamento del commercio digitale, puntando su maggiori accordi con le principali piattaforme di e-commerce internazionali e anche con piattaforme “minori” di e-commerce, ma molto popolari in mercati prioritari.