29.05.20

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Abolita la prima rata dell’Imu per il settore turistico

Boccata d’ossigeno per il settore ricettivo: salta l’appuntamento alla cassa per la prima rata dell’Imu sugli immobili del settore turistico. Il decreto Rilancio ha cancellato l’acconto, in scadenza al 16 giugno, per gli immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché per gli immobili degli stabilimenti termali. L’agevolazione riguarda anche gli immobili rientranti nella categoria catastale D/2, gli agriturismi, i villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna, colonie marine e montane, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, b&b, residence e campeggi. La stessa agevolazione è accordata agli immobili degli stabilimenti termali.

Attenzione, però, a cantare presto vittoria: la condizione è che i proprietari siano anche gestori delle attività. Solo in questo caso, i beneficiari saranno tenuti, per quest’anno, a versare solo la seconda rata dell’Imu, poiché non si tratta di sospensione, bensì di cancellazione. Per non lasciare la bocca eccessivamente amara a quanti gestiscono un’attività turistica pur non essendone i proprietari, il governo ha previsto il dimezzamento della prima rata della nuova Imu, in maniera proporzionale a quanto versato nel 2019 a titolo di Imu e Tasi.

Le disposizioni che disciplinano l’agevolazione si applicano nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti da una comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020, all’interno del “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19”, e successive modifiche. L’introduzione dell’agevolazione comporta un minore gettito a favore dei Comuni, con onere a carico dello Stato. Per il ristoro ai comuni a fronte delle minori entrate, è prevista l’istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell’Interno, di un fondo con una dotazione di 74,90 milioni di euro per il 2020.

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