Al fine di favorire la diffusione dell’imprenditoria femminile, il Governo, nel corpo del disegno di Legge di Bilancio 2021, ha previsto l’istituzione di un nuovo Fondo presso il Ministero dello Sviluppo Economico, prevedendo contributi a fondo perduto ma anche finanziamenti a tasso zero o agevolato.

Lo scopo è quello di sostenere l’avvio e il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale di imprese e start up a vocazione femminile, diffondere i valori di imprenditoria e lavoro tra la popolazione femminile, promuovere programmi di formazione e orientamento verso materie e professioni in cui la presenza delle donne va adeguata alle indicazioni comunitarie e nazionali e quindi massimizzare il contributo qualitativo e quantitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese.

La scelta del Governo si è resa necessaria perché, come i dati a livello nazionale ed internazionale segnalano, sono ancora troppo poche le donne che scelgono di creare un’impresa, di avviare una start up, di intraprendere studi scientifici.

L’obiettivo prioritario è, dunque, quello di definire un insieme di strumenti capaci di intervenire su profili quali la nascita di imprese, l’assistenza all’attività imprenditoriale, uno specifico supporto alle start up ad elevato contenuto tecnologico e una promozione delle azioni condotte a livello regionale.

Pertanto il Fondo non risulta esclusivamente finalizzato a sostenere l’avvio di attività o a rafforzare finanziariamente quelle esistenti, ma anche e soprattutto a diffondere la cultura imprenditoriale tra le donne, anche finanziando e sostenendo la loro formazione.

La dotazione finanziaria del Fondo è stabilita in 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022.

Gli strumenti previsti al fine di diffondere l’imprenditoria femminile sono, quindi, diversi.

Quelli volti a supportare l’avvio dell’attività, gli investimenti e il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili, con specifica attenzione ai settori dell’alta tecnologia possono essere:

a) contributi a fondo perduto per avviare imprese femminili, con particolare attenzione alle imprese individuali e alle attività libero professionali in generale e con specifica attenzione a quelle avviate da donne disoccupate di qualsiasi età;

b) finanziamenti a tasso zero, finanziamenti agevolati, combinazioni di contributi a fondo perduto e finanziamenti per avviare e sostenere le attività di imprese femminili;

c) incentivi per rafforzare le imprese femminili, costituite da almeno 36 mesi, sotto la forma di contributo a fondo perduto del fabbisogno di circolante nella misura massima dell’ottanta percento della media del circolante degli ultimi 3 esercizi;

d) percorsi di assistenza tecnico-gestionale, per attività di marketing e di comunicazione durante tutto il periodo di realizzazione degli investimenti o di compimento del programma di spesa, anche attraverso un sistema di voucher per accedervi;

e) investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle imprese a guida femminile tra le start up innovative di cui all’art. 25 del D.L. n. 179 del 2012 e delle PMI innovative di cui all’articolo 4 del D.L. n. 3/2015, nei settori individuati in coerenza con gli indirizzi strategici nazionali;

f) azioni di comunicazione per la promozione del sistema imprenditoriale femminile italiano e degli interventi finanziati attraverso le norme del presente articolo.

Ulteriori strumenti sono, invece, indirizzati alla diffusione della cultura imprenditoriale nel mondo femminile e alla realizzazione di programmi di formazione, per cui si prevedono:

a) iniziative per promuovere il valore dell’impresa femminile nelle scuole e nelle Università;

b) iniziative per la diffusione di cultura imprenditoriale tra le donne;

c) iniziative di orientamento e formazione verso percorsi di studio STEM;

d) iniziative di sensibilizzazione verso professioni tipiche dell’economia digitale;

e) azioni di comunicazione per diffondere la cultura femminile d’impresa e promuovere i programmi finanziati dallo stesso Fondo.

A questo punto, occorre attendere il Decreto attuativo del Ministro dello Sviluppo Economico, da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio 2021, il quale individuerà la ripartizione della dotazione finanziaria tra i diversi interventi, le modalità di attuazione, i criteri e i termini delle agevolazioni previste, ivi incluse le azioni di controllo e monitoraggio.

Inoltre, il Ministero dello Sviluppo Economico presenta annualmente al Parlamento una relazione sull’attività svolta e sulle possibili misure da adottare per risolvere le problematiche di partecipazione della popolazione femminile alla vita economica ed imprenditoriale del Paese.

Infine, viene istituito, presso il MISE, il Comitato Impresa Donna con il compito di:

  • attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo;
  • formulare raccomandazioni relative allo stato della legislazione e dell’azione amministrativa, nazionale e regionale, in materia di imprenditorialità femminile e più in generale sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia;
  • contribuire alla redazione della menzionata relazione annuale e condurre analisi economiche, statistiche e giuridiche relative alla questione di genere nell’impresa.

La partecipazione al Comitato è a titolo gratuito, non sono previsti compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese e altri emolumenti comunque denominati ai suoi partecipanti.

Le premesse per massimizzare il contributo qualitativo e quantitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese sono poste, sperando non vengano disattese.

 

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