Quando si parla di “ripresa” e “resilienza” la mente ci porta subito a pensare alle Donne che della “resilienza” si sono fatte espressione.

Ma questa volta l’occasione è diversa ed è una occasione di nascita, di ripresa e di sviluppo offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Fondo per l’Imprenditoria Femminile, promosso dal Ministero dello sviluppo economico ed appositamente rimpinguato per sostenere le iniziative promosse dalle donne che vogliono avviare nuove attività imprenditoriali o rafforzarne di esistenti.

E con una dotazione complessiva di 200 milioni di euro, di cui 40 milioni già stanziati dalla Legge di Bilancio 2021 e 160 milioni di euro integrati dal PNRR, può ben dirsi che si tratta di un intervento cardine dell’azione di Governo.

Le agevolazioni sono rivolte alle imprese a prevalente partecipazione femminile e alle lavoratrici autonome con sede legale e/o operativa situata sul territorio nazionale e consistono in contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, concessi a fronte di programmi di investimento sviluppati nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, del commercio e del turismo, nonché della fornitura di servizi.

Le domande potranno essere presentate ad Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del MISE, a partire dal prossimo mese di maggio, con un calendario variamente articolato a seconda che i progetti d’impresa riguardino imprese femminili nuove o costituite da meno di 12 mesi o imprese femminili costituite da più di 12 mesi.

Anche la misura delle agevolazioni è diversa per ciascuna categoria di impresa agevolabile:

  • per le imprese di nuova costituzione o costituite da meno di 12 mesi, l’investimento agevolabile prevede un tetto massimo di € 250.000.

All’interno della predetta soglia massima, le agevolazioni sono così articolate:

  • per progetti fino a € 100.000, il contributo a fondo perduto potrà coprire le spese nella misura massima dell’80% (o del 90% per donne disoccupate) con il limite di € 50.000;
  • per progetti fino a € 250.000, il contributo a fondo perduto potrà coprire le spese nella misura massima del 50% con il limite di € 125.000.
  • per le imprese costituite da più di 12 mesi, l’investimento agevolabile prevede un tetto massimo di € 400.000 e le agevolazioni consistono in un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero (da rimborsare in 8 anni), con una coperturafino all’80% delle spese ammissibili, con il limite di € 320.000.

In entrambi i casi non esiste invece un valore minimo del programma di investimenti agevolabili ma è necessario realizzarlo in un arco temporale non superiore a 24 mesi dalla concessione delle agevolazioni.

Le spese agevolabili includono, oltre che le spese per gli investimenti veri e propri, anche il costo del lavoro e le spese per il capitale circolante, con il limite del 20% dell’ammontare delle spese ammissibiliche sale al 25% e diventa a fondo perduto per le imprese costituite da più di 36 mesi.

Se da un punto di vista pratico, per accedere alla piattaforma web di Invitalia sarà necessario disporre  di una identità digitale (SPID, CNS, CIE),  di firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) del legale rappresentante della società già costituita o della persona fisica (in qualità di socio o soggetto referente) della costituenda società, dal punto di vista della predisposizione del Piano d’impresa e di tutta la documentazione di corredo, sarà bene farsi supportare da consulenti esperti in materia e farsi trovare pronti all’apertura delle finestre di accesso alle agevolazioni e ben strutturati per affrontare l’istruttoria di Invitalia che, a fronte di un’affluenza che si prevede massiccia, sarà sicuramente e come sempre altamente selettiva.

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