Il decreto Rilancio ha incrementato il Credito d’imposta sulle attività di Ricerca e Sviluppo nelle aree del Mezzogiorno. Come a dire di farsi trovare pronte e preparate alla ripresa dei consumi che, è risaputo, ha sempre fatto seguito a ogni periodo di recessione.
È possibile investire in ricerca e sviluppo al tempo del Covid? Ebbene sì, è possibile. Anche in un contesto di recessione economica devastante. Senza dubbi alcuni, all’attuale momento di crisi farà seguito una ripresa dei consumi conseguente al tanto auspicato avvento del Recovery fund.
Ecco perché, proprio in questo momento storico segnato da un rallentamento vertiginoso dei consumi, le aziende dovrebbero programmare il futuro, investendo nella ricerca di nuovi prodotti e nel miglioramento dei processi produttivi.
Ne è convinto anche il Governo, che pur in un momento di crisi “investe” e fa investire in ricerca, passando dal decreto legge 145/2013 – che agevolava esclusivamente gli investimenti incrementali – alla legge di Bilancio 2020 – che prevede un credito d’imposta pari al 12% nel limite di 3 milioni di euro – per poi finire al decreto Rilancio che, in linea con il suo appellativo, ha introdotto una significativa maggiorazione del Credito d’imposta per le imprese che operano nelle aree del Mezzogiorno.
La legge 160/2019 – legge di Bilancio 2020 – ha previsto, infatti, il credito d’imposta del 12% nel limite di 3 milioni di euro a favore di tutte le imprese residenti nel territorio dello stato, indipendentemente da forma giuridica, settore di appartenenza e dimensione, ad esclusione delle imprese in liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa e procedure concorsuali, che sostengono le seguenti spese per attività di ricerca e sviluppo:
- Spese per il personale titolare di lavoro subordinato, autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, con la maggiorazione del 150 % per il personale a tempo indeterminato al primo impiego under 35 relativamente alle attività ammissibili;
- Quote d’ammortamento, canone di locazione finanziaria o semplice e altre spese relative a beni mobili e software nel limite del 30% delle spese per il personale;
- Spese per contratti relativi allo svolgimento delle attività ammissibili, con la maggiorazione del 150% per i contratti stipulati con università ed istituti di ricerca con sede nel territorio dello Stato;
- Quote d’ammortamento relative all’acquisto anche in licenza d’uso di privative industriali e simili;
- Spese per servizi di consulenza nel limite del 20% per le spese per il personale o dei contratti aventi ad oggetto attività ammissibili;
- Spese per materiali e forniture nel limite del 30% delle spese per il personale o dei contratti aventi ad oggetto attività ammissibili.
L’effettivo sostenimento delle spese e la corrispondenza alla documentazione contabile devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato dalla revisione legale dei conti o, in caso di assenza dello stesso, da un revisore legale o da una società di revisione.
È richiesta, inoltre, la redazione e conservazione di una relazione tecnica predisposta dal responsabile aziendale delle attività di ricerca e sviluppo mediante una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, che illustri le finalità i contenuti e i risultati delle attività svolte.
L’agevolazione è cumulabile con altre misure avente ad oggetto i medesimi costi nei limiti del costo sostenuto, non concorre alla formazione né del reddito d’impresa né della base imponibile IRAP e non prevede alcun limite di utilizzo annuale. Il credito è utilizzabile esclusivamente in compensazione ai sensi del d. lgs 241/1997, in 3 quote annuali di pari importo, di cui la prima nel periodo di imposta successivo a quello di maturazione.
Come detto, alla legge di Bilancio 2020 ha fatto seguito il decreto legge 34/2020, cosiddetto decreto Rilancio con il quale il Governo, al fine di incentivare l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese che operano nelle regioni del Mezzogiorno, ha incrementato la misura del Credito d’imposta.
In particolare, il decreto ha previsto un incremento del credito dal 12 al 25% per le grandi imprese, dal 12 al 35% per le medie e dal 12 al 45% per le piccole imprese.
Allo stato attuale, l’interesse del sistema economico dell’intero Paese è fortemente indirizzato alla ricerca, tant’è che nei giorni scorsi il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha chiesto per l’ennesima volta al Governo di rafforzare e mettere a regime gli incentivi Industria 4.0 ed il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha più volte affermato l’intendimento del Governo di stabilizzare le agevolazioni e incrementare la spesa per ricerca e sviluppo, passando dall’attuale 1,3% al 2,1% del Pil.
È quindi evidente che, anche e forse di più, nei momenti di grandi difficoltà economica si pongono le basi per nuove opportunità di sviluppo e tra queste il fatto di poter beneficiare di notevoli agevolazioni sui costi di personale, attrezzature e materie prime costituisce un indubbio vantaggio competitivo.