Il Governo tiene i riflettori puntati su ricerca ed energia rinnovabile: il bando del Ministero dello Sviluppo economico per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo di interesse generale per il settore elettrico, mette a disposizione di imprese e centri di ricerca 16 milioni di euro. Nello specifico, l’intensità del contributo ammonta al 50% della spesa per le attività di ricerca industriale e al 25% per le attività di sviluppo sperimentale.
Il bando, che – secondo le previsioni attuali – resterà aperto fino al 3 marzo 2021, intende finanziare progetti di ricerca (il cui costo deve essere compreso tra 1 milione e 3 milioni di euro) finalizzati all’innovazione tecnica e tecnologica di interesse generale per il settore elettrico, come previsto dal Piano triennale della Ricerca di Sistema elettrico nazionale 2019-2021.
Il bando è rivolto alle imprese già costituite alla data della presentazione della proposta di progetto, che esercitano attività dirette alla produzione di beni e di servizi, e agli organismi di ricerca.
Le proposte progettuali devono prevedere attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale e devono essere finalizzate all’innovazione tecnica e tecnologica di interesse generale per il settore elettrico in settori ben delineati. E’ fatto riferimento, infatti, al fotovoltaico ad alta efficienza; ai sistemi di accumulo, compresi elettrochimico e power to gas, e relative interfacce con le reti; all’ efficienza energetica dei prodotti e dei processi industriali.
Nel caso di una proposta congiunta, deve essere individuato un capofila. Né gli organismi di ricerca, né le piccole e micro imprese possono presentare progetti autonomamente o assumere il ruolo di capofila.
Nei prossimi mesi, dunque, si giocherà una partita cruciale per la definizione dei progetti che rientreranno nel Piano nazionale di ripresa e resilienza: quelli che riguardano l’economia circolare dovranno essere credibili e poggiare su una logica attuativa molto forte.
Del resto, quando si parla di economia circolare si intende un cambiamento strutturale che riguarda interi settori: dall’approvvigionamento delle risorse al consumo, dalla gestione dei rifiuti alla reimmissione delle materie prime seconde. L’opportunità che si presenta con il Green deal e il Piano nazionale di ripresa e resilienza in tal senso è decisiva, e non va sprecata.