18.02.20

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Ristrutturazione edilizia: come funziona lo sconto in fattura

Le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2020 non sono poche e riguardano anche la disciplina dello sconto in fattura per le spese sostenute in caso di ristrutturazione edilizia. 

Dal 1° gennaio è possibile usufruire di questa agevolazione soltanto nei casi di riqualificazione energetica su parti comuni di edifici condominiali. Ma occorre fare bene i conti: l’importo destinato a coprire i costi di ristrutturazione deve essere di almeno 200mila euro, interessando oltre la metà della superficie esterna dell’immobile, compresa anche la ristrutturazione dell’impianto termico. Vero è che la cifra appare consistente, ma il vantaggio confermato dalla disposizione normativa tende a incentivare la ristrutturazione edilizia, intesa – in questi termini – come processo di riqualificazione territoriale. Una chiave di lettura che potrebbe non corrispondere alle intenzioni del legislatore, ma resta pur sempre confermata la detrazione fiscale come strumento spendibile in caso di ristrutturazione. Anche dai fornitori.

Questi ultimi, infatti, sono direttamente coinvolti nella disciplina, tirati in ballo come intermediari: per tutti gli interventi di riqualificazione energetica è, quindi, possibile cedere la detrazione maturata ai fornitori che hanno effettuato gli interventi, così come anche ad altri soggetti privati che siano persone fisiche, società, enti e imprese. Anche le banche e gli intermediari finanziari vengono in aiuto dei contribuenti, che si trovano fiscalmente nella “no tax area” e che potranno così cedere loro le detrazioni previste.

La disciplina, tuttavia, fa anche alcune restrizioni, escludendo (parzialmente) il sismabonus e negando la possibilità di cedere la detrazione Irpef spettante per gli interventi relativi alla realizzazione di opere per il conseguimento di risparmi energetici.

 

 

 

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