Limitazioni alla circolazione del contante: è questo il punto chiave del decreto Fiscale 124/2019 e collegato alla manovra 2020 per la lotta all’evasione. Si tratta di una riduzione “a scaglioni”, il cui primo atto da appuntamento al primo luglio, quando la soglia massima per il pagamento in denaro contante scenderà a 2mila euro, riducendo di 1/3 l’attuale soglia di 3mila. Pare resti invariato, invece, il servizio di rimessa di denaro effettuato dai “money transfer”, che si attesta a mille euro.
IL RETROSCENA. Il decreto Fiscale prende spunto dal decreto antiriciclaggio 231/2007 che vietò il trasferimento di contante pari o superiore a mille euro tra soggetti diversi, indipendentemente dalla causa. Una misura scomoda, che isolava l’Italia rispetto al resto d’Europea, in cui vigevano soglie di circolazione nettamente superiori. Il cambio di rotta del tricolore fu repentino: da lì a poco si alzò la cifra, portandola agli attuali 3mila euro.
IL DIETRO FRONT. Troppa evasione e scarso approccio alle banche online: se l’evasione si pone come “male” incancrenito, l’Italia manda giù a fatica il boccone amaro di essere 26esima nella graduatoria della Commissione Ue (Desi 2019) sull’utilizzo dei servizi internet, e 23esima in Europa nel Cashless society index Ambrosetti. E siccome la matematica non è un’opinione, anche in questo caso 1+1=2.
Dunque, secondo quanto previsto si potrà pagare in contanti solo fino a 1.999 euro, dai 2mila in su, invece, sarà obbligatorio utilizzare uno strumento tracciabile: bonifici, assegni, carte di credito. Il limite rimarrà valido fino al 31 dicembre 2021, mentre dal primo gennaio 2021 scatterà una nuova stretta: da 2mila si passerà a mille euro, con pagamenti consentiti fino a 999 euro.
Il tetto è valido sia per chi effettua il pagamento che per chi lo riceve e coinvolge anche prestiti e donazioni e trasferimenti di denaro all’interno del nucleo familiare. Restano esclusi dall’obbligo, invece, i versamenti e i prelievi sui conti correnti e i pagamenti rateizzati in contanti.
LE SANZIONI. Per far sì che il nuovo regime venga rispettato, scatterà anche l’effetto sanzionatorio. Chi supererà i nuovi limiti sui contanti andrà incontro a multe salate: entro i 250mila euro, la sanzione prevista è compresa tra 2 e 50mila euro. Oltre i 250mila euro si va dai 15 ai 250mila euro. Sanzioni anche per i professionisti soggetti all’obbligo di segnalazione: nel caso in cui ci si giri dall’altra parte, scatta la sanzione pecuniaria, che andrà dai 3 ai 15mila euro.
“E SE VADO ALL’ESTERO QUANTO DENARO IN CONTANTI POSSO PRELEVARE?”. Sono dodici, compresa l’Italia, gli Stati d’Europa che pongono limiti all’uso del contante. In Portogallo il tetto è di mille euro; in Spagna si arriva a 2.500 euro per i residenti e a 15 mila per i non residenti. Mille euro anche in Francia (15mila per i non residenti); 1.500 in Grecia; 3mila in Belgio. La Bulgaria e la Slovacchia hanno stabilito una soglia molto più alta, pari a 5mila euro, mentre in Romania c’è una soglia giornaliera di pagamenti in contanti pari a circa 2.100 euro (10 mila lei). Più permissive Repubblica Ceca, Polonia e Croazia, dove i limiti sono rispettivamente fissati a 14 mila e a 15 mila euro.