07.10.21

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Fondo impresa donna: contributi a fondo perduto per le imprenditrici

Si chiama Fondo Impresa Donna ed è destinato alle aziende i cui soci sono per la maggior parte donne, ma anche alle lavoratrici autonome e impiegate in diversi settori produttivi.

Nasce per sostenere il lavoro “in rosa” sotto forma di contributi a fondo perduto, così da incoraggiare le donne imprenditrici messe a dura prova dal Covid. Rispetto agli uomini sono state, infatti, proprio le donne a risentire maggiormente le complicanze economiche della pandemia in termini di lavoro, stipendio, impresa e… famiglia. Coniugare lo status di madre con quello di lavoratrice è stata dura, oltre alle difficoltà universali di riuscire a tenere aperta la saracinesca.

IL FONDO IMPRESA DONNA. Al momento vi è una bozza di decreto, ma secondo quanto finora previsto gli incentivi verranno erogati in base a nuovi investimenti e il budget stanziato di 40 milioni di euro iniziali (con la possibilità che si impieghino altri 400 milioni di euro a sostegno dell’inclusione) sono riparti per contribuire alla nascita e al consolidamento delle imprese femminili, ed anche alla crescita della cultura imprenditoriale e della formazione, infine per la gestione degli incentivi a Invitalia.

Come accennato prima, i contributi andranno ad aiutare sia le imprese e le società avviate per il 60% da donne sia le professioniste che avviano un’attività autonoma indipendente. Sono inclusi tutti i settori in cui le donne possono avviare un’attività: dall’industria all’artigianato, dall’agricoltura ai servizi, dal commercio al turismo, e saranno garantiti fondi aggiuntivi alle iniziative di tipo tecnologico.

SOGLIE DEGLI AIUTI. Il Fondo Impresa Donna (che segue la strategia di inclusione proposta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza) verrà erogato con una soglia massima di 250mila euro per le nuove imprese e di 400mila euro per quelle già esistenti. Le risorse verranno stanziate fino ad esaurimento o fino ad una nuova immissione apposita per l’imprenditoria femminile, a patto che si rispettino i criteri di distribuzione previsti e che le imprese abbiano sede legate in Italia e siano, quindi, collocate all’interno dei confini nazionali. I fondi possono essere utilizzati per le spese per impianti nuovi, servizi aggiuntivi e assunzione di personale.

 

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