Esattamente un anno fa scrivevamo di come la crisi dell’editoria si rifletta, inevitabilmente, su tutti quei comparti che, direttamente e indirettamente, ne traggono profitto economico, edicolanti compresi.
Ed è proprio ai titolari di edicole che il Governo, nel contesto del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 10 agosto 2023, definisce criteri e modalità del contributo una tantum di 2mila euro.
Tale contributo forfettario è destinato, secondo l’art.2 (Misure per il sostegno all’editoria) del Dpcm in questione, a “favorire la realizzazione di progetti di consegna a domicilio di giornali quotidiani e periodici, l’apertura domenicale, la fornitura di pubblicazioni agli esercizi commerciali limitrofi e l’attivazione di punti vendita addizionali, alle imprese esercenti punti vendita esclusivi per la rivendita di giornali e riviste”.
In buona sostanza, si sta parlando di misure di sostegno annoverate nel Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria che riconosce, altresì, alle imprese esercenti punti vendita esclusivi per la rivendita di giornali e riviste, per l’anno 2023, un contributo pari al 50% delle spese sostenute per Imu, Tasi, Cosap, Tosap, Tari, canoni di locazione, servizi di fornitura di energia elettrica, servizi telefonici e di collegamento a internet, acquisto o noleggio di registratori di cassa o di registratori telematici, acquisto o noleggio di dispositivi Pos e altre spese sostenute per la trasformazione digitale e l’ammodernamento tecnologico, al netto dell’Iva, ove prevista. L’agevolazione di cui al presente comma è riconosciuta entro il limite di 6 milioni di euro, che costituisce tetto di spesa.
Come reso noto dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria, è possibile presentare domanda di accesso al contributo dall’8 febbraio all’8 marzo 2024. Le disposizioni applicative per la fruizione del bonus sono contenute nell’art. 1 del decreto del Capo Dipartimento per l’informazione e l’editoria del 28 novembre 2023.