Ricerca, sviluppo (R&S) e innovazione, da sempre leve di competitività e “misuratori” del business aziendale, sono le principali alleate delle imprese di ogni dimensione operanti in qualsiasi settore.
Per tale ragione è fondamentale imparare a riconoscere questi strumenti, acquisendone sempre più maggiore consapevolezza.
La legge di Bilancio 2023 conferma il credito d’imposta per gli investimenti in R&S. Si tratta di un tax credit potenziato al 25%, al 35% e al 45% rispettivamente per grandi, medie e piccole imprese del Mezzogiorno. Per le altre regioni d’Italia l’agevolazione è, invece, pari al 10% e al 20%.
A sostegno di tale investimento, la Legge di Bilancio 2023 ha rinnovato anche per il 2023 il Bonus ricerca e sviluppo e innovazione Sud che consiste in un credito d’imposta potenziato, rispetto a quanto previsto per il resto dell’Italia, per gli investimenti nelle attività di R&S alle imprese con sede centrale o operativa nel territorio dello Stato e operanti nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Si tratta di un importante contributo, se si pensa agli indiscussi vantaggi che derivano da quelle che, di fatto, sono vere e proprie leve di business.
Sono molte, infatti, le realtà aziendali che portano avanti processi di ricerca o di innovazione in modo quasi inconsapevole e ciò permette loro di consolidare il proprio posizionamento sul mercato e guardare al futuro con ottimismo, spingendo l’acceleratore nella direzione della crescita.
Puntare su Ricerca&Sviluppo (R&S), in particolare, permette alle aziende di aprirsi a nuovi target e nuovi business, ma anche a nuovi canali di vendita e nuovi modelli produttivi, ampliando così il raggio d’azione aziendale. Dunque, è tramite un insieme di attività di studio e ricerca, congiuntamente a un percorso esplorativo, che ciascuna azienda può fare leva su nuove energie, definendo obiettivi e nuovi traguardi.
La R&S non deve necessariamente proporre grandi innovazioni o dar luogo allo sviluppo di tecnologie volte a stravolgere completamente gli attuali metodi produttivi, ma è uno strumento di miglioramento graduale e continuo, finalizzato a risolvere problematicità concrete e migliorare la produzione, con risultati misurabili. Dalla R&S, quindi, devono nascere soluzioni (e non rivoluzioni), dentro le imprese, con effettivi benefici riscontrabili in sede di bilancio aziendale.
Il Bonus ricerca e sviluppo e innovazione Sud, quindi, si presenta come valido alleato per realtà che, la crescita, ce l’hanno nel proprio Dna.
Nel dettaglio le attività agevolate dal Bonus sono:
- attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico;
- attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati;
- attività innovative, intendendo come tali le attività di design e ideazione estetica svolte dalle imprese dei settori tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, mobile e arredo e della ceramica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari.
I costi ammissibili sono le spese del personale quali ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario impiegati nei progetti; strumentazioni e attrezzature; costi relativi a immobili e terreni; costi per la ricerca contrattuale, conoscenze e brevetti acquisiti o ottenuti in licenza, nonché costi per i servizi di consulenza e servizi equivalenti; spese generali supplementari e altri costi di esercizio, quali materiali e forniture.
Il credito di imposta ricerca e sviluppo Sud viene riconosciuto nella seguente misura:
- 45% per le piccole imprese, ossia quelle che occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro;
- 35% per le medie imprese, ossia quelle che occupano almeno 50 persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro;
- 5% per le grandi imprese, ossia quelle che occupano almeno 250 persone e il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro.
Il credito è utilizzabile esclusivamente in compensazione, in 3 quote annuali di pari importo, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione. Inoltre, non può essere ceduto o trasferito neanche all’interno del consolidato fiscale; non concorre al reddito d’impresa né alla base imponibile Irap; non rileva ai fini del calcolo della percentuale di deducibilità degli interessi passivi, né sui criteri di inerenza delle spese e degli altri componenti negativi; è cumulabile con altri benefici riconosciuti per i medesimi costi, sempre che il cumulo, considerata anche la non concorrenza alla formazione del reddito e dell’imponibile Irap, non determini il superamento del costo sostenuto.
L’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la loro corrispondenza alla documentazione predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate a questo tipo di valutazione, la certificazione deve essere presentata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione, iscritti nell’apposito registro.
Per ottenere il Bonus investimenti in ricerca e sviluppo Sud, le imprese interessate devono inviare al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tramite pec, una comunicazione con i dati e le altre informazioni riguardanti l’applicazione del credito d’imposta. L’Ade non ha ancora fornito il modello di comunicazione da inviare per il 2023. Per l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta R&S Sud, sarà necessario usare il modello F24 da presentare esclusivamente tramite i servizi telematici resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate. Bisognerà attendere una specifica comunicazione dell’Ade che fornirà i codici tributo nel 2023.