Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin: quanto sono “utili” i social e le piattaforme web contenenti i dati personali dei consumatori nella lotta all’evasione? Quale ruolo giocano intelligenza artificiale, algoritmi e machine learning nel binomio a tratti pungente e spigoloso tra controlli fiscali e diritto alla Privacy? 

L’edizione 2022 di Telefisco (de IlSole24h) ha fatto luce sugli aspetti tecnici dei futuri controlli fiscali, che verranno effettuati su una sempre più vasta platea di contribuenti, destando non poche perplessità soprattutto dal punto di vista del rispetto della Privacy.

Era il 3 marzo 2021 quando il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini con un comunicato stampa metteva in guardia gli evasori sui metodi di conduzione delle indagini antielusive, chiarendo come queste oggi vengano condotte non soltanto facendo affidamento sulle banche dati tributarie tradizionali, ma anche utilizzando sempre di più le cosiddette “fonti aperte”, vale a dire Facebook, Twitter, Instagram e tutti i canali di reperimento di informazioni – compresa intelligenza artificiale, algoritmi e machine learnig.

Scopo primario di tale inasprimento dei controlli è il grande progetto di armonizzazione voluto dalla Commissione Europea che, specialmente in questo periodo di fine pandemia, risulta particolarmente calzante nel contesto fiscale italiano ricco di bonus edilizi e crediti di imposta, da sempre terreno fertile di pratiche elusive.

Il consueto appuntamento con Telefisco 2022 ha fatto luce sugli aspetti tecnici dei futuri controlli fiscali che verranno effettauti a discapito di una vastissima platea di contribuenti, destando non poche perplessità soprattutto dal punto di vista del rispetto della Privacy: il documento giunto sul tavolo dell’Ue contiene sia regole “libere” sia proposte di interventi che dovranno passare al vaglio del Garante della protezione dei dati personali.

Il Decreto Capienze (DL 139/2021), ha aperto uno squarcio nella tela della Privacy, in particolare attraverso l’Art.9: se sarà necessario al fine “dell’interesse pubblico“, l’Agenzia e gli enti di controllo potranno risalire ai dati del soggetto interessato per effettuare controlli più approfonditi. In altre parole, l’interesse pubblico verrà anteposto alla tutela della riservatezza, in via del tutto nuova rispetto al passato.

Tra gli interventi che destano maggiori preoccupazioni vi rientra l’anonimometro, ossia il sistema di pseudonimizzazione dei dati presenti in anagrafe tributaria al fine di individuare i profili da attenzionare maggiormente. La norma punterà alla verifica della corrispondenza tra il tenore di vita dei contribuenti e le fonti di reddito degli stessi, tramite un sistema che permetterà all’Agenzia delle entrate di attingere in forma anonima ai dati dei contribuenti relativi alle abitudini di spesa, così da potere procedere, in caso di scostamenti evidenti, agli opportuni controlli.

I controlli verranno messi in atto grazie ad accurati algoritmi che lavoreranno tramite due diverse banche dati: una lista di “Analisi” per verificare se all’interno di una platea esistano o meno particolari fattori di rischio; una lista di “Controllo”.

I contribuenti, che secondo l’analisi possiedono uno o più rischi fiscali, potranno essere suscettibili di diverse attività di controllo, rivolte in prima battuata a “stimolare” l’adempimento spontaneo. La black list verrà conservata per un periodo massimo di dieci anni, che potrebbe ridursi in caso di eventuale regolarizzazione della posizione fiscale-contributiva.

Fino all’effettivo controllo da parte degli organi preposti, gli utenti interessati dall’analisi avranno semplici nomi di fantasia. Ciononostante, il Garante ha chiesto all’Agenzia una più puntuale indicazione delle banche dati che si intendono utilizzare, facendo particolare attenzione all’utilizzo di dati sensibili riguardo la salute e le detrazioni per le spese sanitarie.

Risulta del tutto chiaro che l’intento dei controllori sarà mettere in atto una lotta all’evasione con scarso rispetto della privacy. Fatturazione elettronica, anonimometro, super anagrafe, sono solo alcuni degli strumenti in mano al Fisco: viene infatti cancellata la facoltà del Garante della privacy di “prescrivere misure e accorgimenti a garanzia dell’interessato nel caso dei trattamenti svolti per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico che possono presentare rischi elevati“, lasciando il contribuente oggetto del controllo del tutto privo di tutela e sollevando malumori anche all’interno della maggioranza di Governo.

Il Decreto del Ministero dell’Economia rappresenterà sicuramente una novità nel mondo dei controlli fiscali. In buona sostanza, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, potranno monitorare conti correnti e carte di credito degli italiani, incrociando banche dati ed un dataset di contribuenti classificati in base al rischio da sottoporre a controlli mirati.

Prepariamoci ad una “pioggia” di lettere di compliance.

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