L’Europa muove i primi passi per la costituzione di un Fondo sovrano europeo, utile a favorire il rafforzamento ed anche il proliferare di industrie europee.
L’obiettivo, a stretto giro, è ridurre la dipendenza da Paesi come la Russia, da cui si acquistano combustibili fossili, e come la Cina, fornitrice di numerose materie prime, sostenendo così la transazione verde e digitale dei Paesi Ue.
Abbiamo già parlato del RepowerEu, cioè del pacchetto di misure legislative che mirano a garantire un maggior uso di energie rinnovabili nonché volte a ridurre il consumo di energia entro il 2030. Si tratta di un tassello importante e utile a comporre il puzzle dell’indipendenza, che vuole assicurare all’Europa un’autonomia strategica insieme agli strumenti necessari per affrontare le sfide globali, dall’efficienza energetica al cambiamento climatico.
In questo contesto, si inserisce l’European Sovereignty Fund, che è di prossima costituzione, il cui compito sarà adeguate risorse finanziarie per sostenere progetti strategici nei diversi comparti dell’industria europea.
Tornando al Fondo sovrano europeo, ne ricordiamo il ruolo: preservare l’integrità del mercato unico tramite la collettivizzazione degli investimenti, pur mantenendo condizioni di parità tra gli Stati membri che non dispongono dello stesso margine di bilancio per contribuire alla riduzione dei rischi degli investimenti nelle tecnologie future e nelle capacità di produzione industriale.
C’è ancora da sapere come verrà finanziato il Fondo. Al vaglio delle ipotesi si bisbiglia – e mica tanto – la possibilità di finanziarlo tramite il debito comune, come fatto già in passato con la misura NextGeneration EU. Ma la questione è ancora aperta.