15.09.23

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Investimenti sostenibili 4.0: come accedere all’agevolazione

Torniamo a parlare di innovazione, al Sud, e nello specifico di “Investimenti sostenibili 4.0”. Come già detto in una nostra precedente pubblicazione, in cantiere c’è la previsione di un fondo perduto – con un gettito di 400 milioni –  che il Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit) mette a disposizione delle micro, piccole e medie imprese di Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria e Basilicata.

In tal modo, le Pmi dotate di programmi innovativi e sostenibili da portare avanti, potranno concorrere, dal 18 ottobre 2023, all’acquisizione del credito previsto dalla misura in questione.

Parliamo adesso dell’iter previsto dal decreto direttoriale del 29 agosto per l’accesso alle agevolazioni, riportando di seguito i dettagli pubblicati nel sito del Mimit (www.mimit.gov.it).

Iniziamo subito con il dire che sarà articolato in due fasi:

  1. compilazione della domanda per via telematica dalle 10 del 20 settembre 2023;
  2. invio della domanda per via telematica dalle 10 del 18 ottobre 2023.

Lo sportello online sarà gestito da Invitalia per conto del Ministero, tant’è che le domande devono essere presentate esclusivamente per via telematica, tramite la procedura informatica accessibile nell’apposita sezione “Investimenti sostenibili 4.0 – PN RIC 2021-2027” del sito web di Invitalia.

“INVESTIMENTI SOSTENIBILI 4.0”, DI CHE SI TRATTA. La misura dà attuazione agli obiettivi di sviluppo perseguiti nell’ambito del Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale” FESR 2021-2027.

In ragione dell’utilizzo delle risorse del predetto Programma nazionale, la misura sostiene il processo di transizione delle piccole e medie imprese delle Regioni meno sviluppate del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) verso il paradigma del Piano Transizione 4.0, mediante l’incentivazione di investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili, che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali.

La misura prevede la concessione e l’erogazione di agevolazioni in favore di programmi di investimento proposti da piccole e medie imprese conformi ai vigenti principi di tutela ambientale e ad elevato contenuto tecnologico, coerente con il piano Transizione 4.0, con priorità per quelli in grado di offrire un particolare contributo agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione europea e per quelli destinati a favorire la transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare ovvero a migliorare la sostenibilità energetica dell’impresa.

Una quota pari al 25% della dotazione finanziaria complessiva è destinata ai programmi proposti dalle micro e piccole imprese.

I BENEFICIARI. Le agevolazioni sono concesse alle micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda devono:

  • essere regolarmente costituite, iscritte e «attive» nel registro delle imprese
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali
  • non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019, fatte salve le deroghe previste per le microimprese e piccole imprese dalla disciplina in materia di aiuti di riferimento
  • trovarsi in regime di contabilità ordinaria e disporre di almeno due bilanci approvati e depositati presso il registro delle imprese ovvero aver presentato, nel caso di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi
  • essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente ed essere in regola in relazione agli obblighi contributivi
  • aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero
  • non aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento
  • non trovarsi in una delle situazioni di esclusione previste dall’art. 5, comma 2, del DM 15 maggio 2023.

Sono ammesse, pertanto, le attività manifatturiere, ad eccezione delle attività connesse ad alcuni settori caratterizzati da limitazioni derivanti dalle disposizioni europee di riferimento (siderurgia; estrazione del carbone; costruzione navale; fabbricazione delle fibre sintetiche; trasporti e relative infrastrutture; produzione e distribuzione di energia, nonché delle relative infrastrutture) o a programmi di investimento che, arrecando un danno significativo agli obiettivi ambientali definiti a livello europeo, non garantiscono il rispetto del principio “DNSH”.

SPESE AMMISSIBILI.  Sono ammissibili alle agevolazioni le spese relative all’acquisto di nuove immobilizzazioni materiali e immateriali, che riguardino:

  1. macchinari, impianti e attrezzature
  2. opere murarie, nei limiti del 40% del totale dei costi ammissibili
  3. programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei beni materiali di cui alla lettera a)
  4. acquisizione di certificazioni ambientali.

La misura ammette, inoltre, le spese per i servizi di consulenza. Nello specifico, sono ammesse le spese per i servizi avanzati di consulenza specialistica relativi all’applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti e le spese relative ai servizi di consulenza diretti alla definizione della diagnosi energetica.

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