Vi ricordate il bonus affitti, ovvero la misura nata con il decreto Cura Italia e poi, via via, prorogata e sviluppata dai successivi decreti? Il Governo, nel formulare adesso il decreto Sostegni Bis, pensa a prorogarlo ulteriormente, andando in aiuto alle imprese, ingarbugliate nel fronteggiare le perdite economiche derivate dallo stop alle attività produttive dipendenti dal Covid.
La proposta di un rilancio dell’agevolazione arriva alla scadenza della precedente proroga, cioè quella prevista dalla legge di Bilancio 2021 che aveva dettato i termini del bonus affitti al 30 aprile 2021, sebbene rivolto a una platea di beneficiari più ristretta rispetto alle precedenti “edizioni”, rivolta quindi alle sole imprese turistico-ricettive, alle agenzie di viaggio e ai tuor operator.
Adesso, dunque, fra le misure che dovrebbero essere incluse nel decreto Sostegni bis si ipotizza un ritorno del credito d’imposta sugli affitti, con una proroga al 31 maggio 2021 e l’estensione del credito d’imposta per i canoni di locazione di hotel e strutture ricettive.
Le percentuali di agevolazione ancora non sono note, ma per formulare una personale previsione di quello che sarà, potrebbe tornare utile rivedere ciò che, invece, è stato dal decreto Cura Italia ad oggi.
MARZO 2020. Nel decreto Cura Italia il credito d’imposta sulle locazioni per i soggetti esercenti attività d’impresa è stato pari al 60% dell’ammontare del canone di locazione del mese di marzo 2020, utilizzabile esclusivamente in compensazione, senza concorrere alla formazione del reddito né personale né d’impresa. Esclusi i supermercati, botteghe alimentari, farmacie, edicole e tabaccherie, cioè tutte quelle attività che, nonostante la pandemia, non sono state interessate dalla chiusura forzata predisposta da decreto.
MAGGIO 2020. Nel decreto Rilancio si è estesa la platea dei beneficiari e delle fattispecie di applicazione, includendo anche i canoni di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati ad attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo. Ritorna, però, la stessa percentuale: il credito d’imposta è stato, infatti, pari al 60% dell’ammontare mensile del canone previsto. Scende al 30% nel caso in sui si fosse trattato di contratti di servizi a prestazioni complesse o di affitto di azienda in immobili ad uso non abitativo. Anche in questo caso, il bonus non concorre alla formazione del reddito.
Per l’attribuzione del credito, inoltre, si fa ricorso al calcolo del calo di fatturato rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Una clausola che, però, esclude le strutture alberghiere e agrituristiche, le agenzie di viaggio e i tour operator, attività per cui continua tutt’oggi a non esserci partita.
OTTOBRE 2020. Arriva il decreto Agosto, che proroga al 31 dicembre 2020 l’agevolazione per le strutture ricettive e turistiche, annoverando la possibilità di un doppio credito nel caso in cui sussistano contemporaneamente un contratto di locazione e uno di affitto d’azienda.
NOVEMBRE 2020. Infine, il decreto Ristori associa il bonus alla terminologia di “imprese più colpite” dalle restrizioni imposte dal Dpcm dello scorso 24 ottobre, prorogandolo a fine anno ma escludendo diversi codici Ateco. In linea con quanto previsto per i contributi a fondo perduto, il credito d’imposta viene esteso alle imprese con ricavi superiori ai 5 milioni di euro che abbiano subito un calo del fatturato del 50%. Il relativo credito pari al 50% dell’affitto è cedibile al proprietario dell’immobile locato. Sale al 60% nel caso di attività site in aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità.
Si attende, quindi, il decreto Sostegni bis per proseguire un elenco che, ad oggi, è già cospicuo.